11 Ottobre 2025
L’autunno piemontese ha un ritmo diverso: l’aria si fa più densa, la luce si abbassa, la vigna, vendemmiata, lascia spazio visivo al bosco. È il tempo del tartufo, il periodo in cui la terra mostra la sua parte più segreta e nobile. Tra le radici dei pioppi, dei noccioli e delle querce crescono i due protagonisti di questo periodo: il tartufo bianco d’Alba (Tuber magnatum Pico) e il tartufo nero (Tuber melanosporum). Diversi per habitat e periodo di raccolta, entrambi raccontano la stessa geografia sotterranea fatta di umidità, ombra e calcare.
Il tartufo è, per sua natura, un paradosso: invisibile eppure protagonista, effimero ma capace di definire l’identità di un territorio. La sua presenza trasforma l’autunno piemontese in una stagione a sé: Alba ne è il centro simbolico, ma il suo ecosistema si estende ben oltre – nei boschi del Monferrato, nelle valli del Tanaro, tra le pieghe di Langa e Roero.
Qui, la cultura del tartufo è un modo di intendere il paesaggio. Le tartufaie naturali sono luoghi di equilibrio ecologico, microcosmi da proteggere con la stessa cura con cui si difende un vigneto. E come per il vino, anche il tartufo è questione di terroir: suoli calcarei, umidità costante, temperature notturne che si abbassano lentamente.

A dare voce a questo mondo sotterraneo sono i trifolai, eredi di una tradizione che risale almeno al Settecento, quando le prime ricerche sistematiche furono documentate nelle colline intorno ad Alba. Il loro lavoro è guidato dall’esperienza più che dalla tecnica: conoscono i boschi come un viticoltore conosce le proprie vigne. L’allenamento dei cani, l’osservazione delle piante simbionti, la lettura del terreno e del clima formano una competenza tramandata oralmente, spesso all’interno della stessa famiglia.
La cerca avviene all’alba o di notte, nei mesi compresi tra settembre e gennaio per il bianco e da dicembre a marzo per il nero. Il trifolao segue il cane, interpreta i suoi movimenti, e quando l’animale si ferma, scava con un piccolo attrezzo, il vanghetto, fino a liberare il tartufo dalla terra.
Nelle Langhe e nel Monferrato, The Grand Wine Tour invita a scoprire questa stagione attraverso esperienze enoturistiche che uniscono la ricerca del tartufo alla degustazione dei grandi cru. I due itinerari dedicati – il White Truffle Barolo Tour e il Black Truffle Barolo Tour – attraversano i paesaggi del Nebbiolo e conducono alla scoperta delle sue corrispondenze aromatiche con il tartufo; le cantine piemontesi di The Grand Wine Tour offrono esperienze che uniscono la ricerca del tartufo alla degustazione dei grandi vini, per vivere l’autunno nel suo momento più autentico.