Campania, la "Felix" regione del vino

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Campania, la "Felix" regione del vino

12 Aprile 2021

Pensate al vino italiano. Vi vengono in mente i cipressi della Toscana, le nebbie sui colli delle Langhe. E la Campania? E zone di incredibile storia vitivinicola come Taurasi, il Sannio, Avellino, il Casertano, l’Irpinia?


La viticoltura campana, a ben vedere, è una delle più documentate d’Italia.

La regione fu “il giardino dei Romani”, la Felix Campania, luogo prediletto per la villeggiatura dei nobili della Res Pubblica e scrigno di prelibatezze che venivano esaltate sulla tavola dei Latini. Il vino di cui si discuteva a Roma era il vino della Campania: il Falerno su tutti, celebrato dai poeti e offerto da Cesare a Cleopatra per sedurla. E, più tardi, nel XIII secolo, non fu forse il Fiano il vino delle tavole dell’imperatore Federico II?

Ma le radici del vino campano sono più profonde. Affondano addirittura al 730 a.C., durante l’epoca dell’espansione greca nel Mediterraneo. Greci provenienti da Eubea fondano a Cuma una loro enclave, e tutto fa presupporre che portassero con sé semi di vitis vinifera, oggi testimoniata da varietà autoctone fortemente imparentate con esemplari ellenici: l’aglianico in primis, il greco, il fiano, la falanghina, la biancolella e il piedirosso.

Ma la viticoltura Campana è anche il frutto di "piccole storie", quelle delle molte popolazioni si  che avvicendarono nelle sue valli e che consegnarono al tempo le loro tradizioni.  Popolazioni fiere come i Sanniti, che combatterono aspramente per la loro indipendenza proprio mentre  la giovane Repubblica romana si espandeva nel Sud Italia, tre il IV e il III secolo prima di Cristo.

LE PRINCIPALI AREE VITATE DELLA CAMPANIA

Oggi la Campania è un mosaico di culture e di territori con caratteristiche proprie, che si riflettono anche nella viticoltura. Ma quali sono le zone vitate e i vini che dobbiamo assolutamente conoscere? Ne abbiamo scelte tre per iniziare a farsi un’idea.

IRPINIA

Ubicata quasi per intero sotto la provincia di Avellino, l’Irpinia è senza ombra di dubbio la più vocata regione vitivinicola della Campania, il place-to-be se si vuole avere una panoramica chiara e completa delle migliori produzioni locali. Qui il “Re” dei vitigni è l’aglianico che nella zona di Taurasi raggiunge il paradigma della perfezione: Il Taurasi rosso Docg è un vino aglianico in purezza ricco, concentrato e complesso, elegante e sorprendente, un vino che difficilmente lascia l'appassionato indifferente. In Irpinia si coltivano anche altri importantissimi vitigni come il greco bianco, da cui si ottiene il Greco di Tufo Docg, e il fiano, anch’esso a bacca bianca, che dà origine al Fiano di Avellino Doc.

BENEVENTANO

La Provincia di Benevento si distingue per la vasta area del Sannio, patria di quei Sanniti che diedero del filo da torcere ai Romani. Il Beneventano è celebre per la produzione di Sannio Doc, denominazione d’origine che comprende vini rossi, bianchi e rosati che utilizzando come base ampelografica le varietà tradizionalmente coltivate in zona quali l’Aglianico, la Coda di Volpe, la Falanghina, il Fiano, il Greco, il Moscato bianco, il Piedirosso e lo Sciascinoso. Atra importante denominazione della zona è l’Aglianico del Taburno Docg, fiore all’occhiello delle colline sannite. 

CILENTO

Conosciuta principalmente per le sue bellezze paesaggistiche, l’area del Cilento è fortemente vitata. Le vigne si arrampicano sulle dorsali appenniniche che si elevano all’improvviso dalla costa raggiungendo anche i 1200 metri di altezza. Il Cilento Doc è la denominazione dell’area e comprende vini bianchi, rossi e rosati. I più famosi sono il Cilento Rosso, le cui uve principali sono costituite da Aglianico; e il Cilento Bianco, un uvaggio di vitigni della zona di cui almeno il 60% è fiano.

FEUDI DI SAN GREGORIO, COMPENDIO DELLA CAMPANIA


Se vi sentite spaesati da tanta ricchezza non temete. In Campania esiste una cantina capace di riassumere tutte le più importanti sfumature di questa terra. Stiamo parlando di Feudi di San Gregorio, di sicuro una delle più celebri e importanti cantine del Sud Italia.  Fondata nel 1986, oggi appartiene alla famiglia Capaldo e produce 3,5 milioni di bottiglie all'anno provenienti da 300 ettari di vigneti. Il suo territorio d’elezione è l’Irpinia, dove sono ubicati i suoi vigneti, ma è proprio questa zona la migliore per conoscere le punte di diamante della regione.

Entrare a Feudi di San Gregorio è come accedere ad una biblioteca del vino campano. Si inizia dai capolavori autoctoni: Il Taurasi, l’Irpinia Aglianico e il Greco di Tufo. Per poi proseguire con i classici: come il Fiano d’Avellino e la Falanghina. Non mancano le etichette rare come il Sirica, una vera e propria reliquia ampelografica già citata da Plino; il Biancolella, varietà autoctona dell’isola di Ischia importata dai Greci Eubei; e il Piedirosso, detto anche per'e palummo, tipico del Napoletano.

Insomma, la produzione di Feudi di San Gregorio concentra in sé l’anima dell’Irpinia offrendo una panoramica esaustiva dei vini campani, figli della voglia di raccontare - con scelte di vinificazione e di affinamento senza compromessi - la ricchezza dei vigneti più espressivi della Felix Campania.


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