21 Giugno 2022
Conosciuta per i Barbera d'Asti, i Chardonnay e i Metodo Classico, Coppo è una azienda che, proprio in virtù della sua storicità, produce un Barolo elegante e tradizionale
Coppo è una delle più antiche cantine in Piemonte, con una storia documentata che si fonde con la stessa avventura del vino piemontese.
Le origini dell’azienda risalgono al 1892 e per oltre 120 anni seguono le vicende della famiglia. La capacità, sin dalle origini, di condurre vigne di proprietà, di vinificare e di imbottigliare l’uva prodotta sotto il proprio marchio fanno di Coppo un unicum nel panorama italiano, tanto che, nel 2012, Unioncamere ha inserito l’azienda nel registro nazionale delle imprese storiche per oltre cento anni di «attività ininterrotta».
La cantina di Canelli è conosciuta a livello internazionale per le sue etichette di Barbera d’Asti, come il Pomorosso e la Riserva di Famiglia; per i suoi eleganti Metodo Classico, come la Riserva Coppo; per gli straordinari Chardonnay che svelano l’amore per la Borgogna, come il Monteriolo; e per i Nizza, la denominazione 100% da uve barbera che, nata nel 2014, sta dimostrando la forza di un progetto territoriale vincente e fortemente legato al proprio territorio.
Non molti sanno, però, che Coppo produce Barolo. Un aspetto molto particolare perché il disciplinare del «Re dei vini» è assai rigido e non consente la sua vinificazione al di fuori della zona di produzione.
Come può dunque Coppo produrre e vinificare Barolo? Perché gli è stata riconosciuta una speciale esenzione dovuta alla straordinaria storicità dell’azienda che, molto prima che il disciplinare del Barolo fosse approvata, produceva già Barolo sotto il nome di famiglia.
IL BAROLO DI COPPO, MODERNO O TRADIZIONALE?
Il Barolo di Coppo è concepito per rispettare il più possibile il vitigno Nebbiolo, senza inseguire le mode del momento e le esigenze più immediate del mercato. Sulle colline di La Morra selezioniamo le uve più mature e sane, raccolte a mano in cassette aerate da 20kg, perché le uve giungano in cantina sane e non compresse. In cantina si avvia poi la macerazione con contatto con le bucce, con brevi e morbidi rimontaggi sul cappello. Infine, invecchiamo il nostro Barolo 30 mesi in botti grandi di rovere francese e 12 mesi in bottiglia.
Come evidenziato da The Wine Advocate: «Questo vino offre un’amabile purezza secondo uno stile classico». Il Barolo Coppo può dunque essere definito «tradizionale», pur essendo molto equilibrato, elegante, senza essere austero o “difficile”. D’altra parte, equilibrio, espressione varietale e legame territoriale fanno parte dei valori fondamentali di Coppo. Anche l’affinamento in legno non è mai soverchiante, perché vengano sempre rispettate le caratteristiche varietali del Nebbiolo che, di annata in annata, cambia, determinando la sua personalità mutevole e identitaria, mai omologata, per questo straordinaria.
UNO SGUARDO ALL’ULTIMA ANNATA, IL BAROLO 2018
Mentre l'annata 2017 è stata davvero «potente», grazie a temperature molto calde tutto l’anno, nel 2018 i vigneti hanno affrontato un inverno molto freddo (con temperature che hanno sfiorato i -15/-20 °C), bilanciate, per fortuna, da una estate regolare. È per questo motivo che il Barolo 2017 è stato subito pronto e strutturato, mentre il Barolo 2018 ha dimostrato di essere un vino da grande affinamento, leggermente più ruvido e tannico da giovane, ma destinato a regalare una rara eleganza e piacevolezza con il passare del tempo.
Dunque, quando e come bere il Barolo Coppo 2018?
Il nostro suggerimento è di aspettare almeno un anno prima di stapparlo e, come suggerisce il galateo del Barolo, di conservare una bottiglia da consumare per il 10° anniversario della vendemmia. È una scelta che premia la longevità del Barolo e ne esalta la sua ineguagliabile capacità evolutiva.
Per quanto riguarda l'occasione giusta per gustarlo, non c'è bisogno di un’occasione speciale. Parliamo di un vino che può essere protagonisti in ogni momento, anche da solo, per un momento di piacere assoluto. Se vogliamo abbinarlo, però, la nostra prima scelta sono le carni saporite e stagionate (stinco di manzo al forno, tagliata di vitello brasato), ma può essere tranquillamente accompagnato a primi piatti ricchi di sapore, magari di pasta fresca con un sugo di ragù.