Coppo saluta la nascita del Canelli Docg

Magazine

Coppo saluta la nascita del Canelli Docg

01 Agosto 2023

Con la pubblicazione del disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale del giugno 2023, il Monferrato ha una nuova Docg, il Canelli, un vino in un cui la cantina Coppo ha creduto fin dagli esordi.


Il riconoscimento è il coronamento di un lungo e articolato percorso che ha visto in primo piano l’Associazione dei Produttori Moscato di Canelli - di cui Coppo fa parte fin dalla fondazione -, nata nel 2001 con l’intento di individuare uno standard superiore di qualità del vino prodotto con le uve Moscato nell’area collinare intorno all’omonima cittadina.  

DALLE SOTTOZONE ALLA DOCG

Il primo passo del “neonato” Canelli fu l’approvazione delle sottozone del Moscato d’Asti Docg, nel 2011. Dopo una zonazione delle aree più vocate, il Consorzio diede l’autorizzazione a indicare in etichetta tre sottozone: Santa Vittoria, Strevi e Canelli. La sottozona Canelli comprendeva, in origine, 22 comuni distribuiti tra le provincie di Asti e Cuneo, in un territorio che, grossomodo, andava da Calamandrana a Serralunga d’Alba.

L’anno seguente, l’Associazione iniziò a ipotizzare la definizione di denominazione indipendente, il «Canelli Docg» appunto, attivando un gruppo tecnico e una commissione per le indagini di carattere legislativo, agronomico ed enologico. Venne anche istituita una festa, Il Canelli e i Colori del Vino, attraverso cui l’Associazione dei Produttori informava il pubblico sulle differenze del futuro vino.

Il gruppo tecnico vide il suo primo traguardo il 12 maggio 2021 quando il Comitato Nazionale Vini Dop e Igp approvò la proposta del disciplinare del Canelli, autorizzando di fatto la nascita della nuova denominazione. Il disciplinare, nel frattempo, era cambiato. Il territorio della Docg veniva ristretto a soli 17 comuni intorno a Canelli, l’area storicamente più vocata alla coltivazione di Moscato Bianco. Veniva anche aggiunta la menzione Riserva, destinata ai Canelli “longevi”.

Oggi, a 24 anni di distanza dalla nascita dell’Associazione dei Produttori, il Canelli Docg è stato ufficialmente registrato come denominazione a sé stante, staccandosi definitivamente dal Consorzio del Moscato d’Asti. L’approvazione in Gazzetta ufficiale fa del Canelli Docg la 60° denominazione del Piemonte, la 409° in Italia.

IL NUOVO DISCIPLINARE DEL CANELLI DOCG

Il Canelli Docg contempla due tipologie, «Canelli» e «Canelli Riserva», per la cui produzione devono essere utilizzate uve provenienti da soli vigneti di Moscato Bianco. Sono 17 i comuni ricompresi nell’area di produzione: Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Coazzolo, Costigliole d’Asti, Loazzolo, Moasca e San Marzano Oliveto in provincia di Asti; Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Neive, Neviglie, Mango e Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo.

Si tratta di zona dalle antiche tradizioni storico culturali nella coltivazione del Moscato Bianco e nella produzione del vino Moscato, le cui testimonianze risalgono fino al XIV secolo. I vigneti sono individuati da precisi limiti per la viticoltura, le quote altimetriche e l’esposizione. Mentre i suoli, composti da depositi arenaceo-marnosi, argillosi e calcarei - poveri di sostanza organica - si presentano perfetti per sviluppare le delicate note floreali e delicatamente sapide del Moscato Bianco.

Punto focale del nuovo disciplinare sono il forte legame con il territorio e l’individuazione dell’areale produttivo: si individuano nel dettaglio le porzioni di territorio, le altezze minime e massime e le esposizioni collinari ottimali. La raccolta delle uve esclusivamente a mano e le rese massime di 95 quintali per ettaro e una corrispondenza uva vino del 75% completano l’attenzione per il prodotto d’origine. Le operazioni di imbottigliamento sono severamente normate. Devono essere effettuate nella zona d’origine e in territori limitrofi per garantirne la qualità e integrità, essendo un mosto parzialmente fermentato deve essere vinificato con estrema attenzione.


LA NOVITÀ DELLA RISERVA

Unicum nel panorama dei vini piemontesi a base Moscato Bianco, il Canelli potrà essere invecchiato. Il disciplinare prevede infatti la menzione «Riserva» destinata a contraddistinguere i vini Canelli immessi al consumo non prima di 30 mesi di invecchiamento e affinamento, di cui almeno 20 mesi in bottiglia. È questa una bella novità per i consumatori, che potranno degustare vini Moscato molto più complessi del solito, capaci di svelare nuove e sorprendenti sfumature balsamiche di un vitigno che, finora, è stato apprezzato per lo più giovane.

QUINDI, CHE VINO SARÀ IL CANELLI?

Da un punto di vista organolettico, il Canelli Docg si presenterà di colore giallo paglierino tenue fino al giallo intenso delle versioni Riserva, con riflessi dal verdolino al dorato brillante. Al naso dovrà risultare aromatico, caratteristico dell’uva Moscato, fragrante, con sentori floreali e fruttati di fiori di campo e acacia, albicocca, pesca, mela renetta, accenni agrumati e di miele, a volte con sentori vegetali freschi. A sua volta la bocca dovrà essere dolce, di fresca acidità più o meno intensa, con finale delicato di aroma di uva moscato, talvolta vivace.

COPPO E IL MOSCATO CANELLI

Coppo ha una secolare storia di frequentazione con il Moscato. L’azienda venne fondata nel 1892 proprio a Canelli, cuore pulsante delle Colline del Moscato piemontesi. All’epoca, il Moscato Bianco veniva utilizzato ampiamente per la produzione degli spumanti, di cui Coppo è ancora oggi un’icona nel mondo (anche se non utilizza più il Moscato Bianco come base, ma il Pinot e lo Chardonnay).

Proprietaria di una delle spettacolari Cattedrali Sotterranee - le cantine ipogee riconosciute dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità – Coppo ha sempre creduto nella qualità superiore del Moscato prodotto nella zona storica di Canelli ed è membro fondatore dell’Associazione Produttori fin dalla nascita. Dal 2013, inoltre, vinifica il Moscato d’Asti Docg Moncalvina «sottozona Canelli», l’unico Moscato della gamma.


Il Moncalvina è una delle icone di questa tipologia, ottenuto da vigneti ubicati negli areali di Serra Masio e Ceirole, zone del Canellese storicamente vocate alla produzione. Pluripremiato dalla critica internazionale, ha ottenuto i 91 punti da Robert Parker per la pienezza e la cremosità della sua effervescenza naturale che sprigiona note floreali accompagnate da eleganti sfumature di pesca e pera.

«La storia di Coppo si lega in modo indissolubile a quella del Moscato», spiega Luigi Coppo, amministratore delegato dell’azienda. «Da sempre produciamo questo vino unico al mondo nel comune di Canelli e in quelli limitrofi. L’Associazione Produttori Moscato di Canelli ha saputo negli anni lavorare bene fino all’ottenimento di una vera e propria Docg che vuole mettere al centro il prodotto, la vigna e la qualità dei vini al di là di ogni logica meramente speculativa o di mercato. Coppo aderisce all’associazione sin dall’inizio sposandone gli intenti ed è quindi una naturale conseguenza portare in etichetta con orgoglio questa nuova denominazione».

Highlights

Scopri i tour e le degustazioni di Coppo!

Read More