Feudi festeggia le Docg dell’Irpinia: auguri al Greco di Tufo, al Fiano di Avellino e al Taurasi!

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Feudi festeggia le Docg dell’Irpinia: auguri al Greco di Tufo, al Fiano di Avellino e al Taurasi!

01 Agosto 2023

20, 20 e 30 anni. Il 2023 festeggia l’anniversario di tre delle più importanti Docg dell’Irpinia (Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi), orgoglio del Sud Italia e di Feudi di San Gregorio, che ha creduto in queste varietà fin dagli anni della fondazione.


Greco di Tufo e Fiano di Avellino compiono 20 anni a testa. Nacquero come Doc (Denominazione di origine controllata) nel 1970 e diventarono Docg (Denominazione di origine controllata e garantita, ovvero il culmine della piramide qualitativa del vino italiano) nel 2003.

Auguri anche alla Docg Taurasi, Doc dal 1970 e Docg dall’11 marzo del 1993. Il Taurasi fu la prima Docg ad essere riconosciuta nel Sud Italia sia per la storia antichissima del vitigno (l’Aglianico, che venne importato dalle colonie greche nel VII e VI secolo), sia per la ricchezza espressiva e per la capacità di invecchiamento: oggi il Taurasi Docg è senza dubbio uno dei più importanti rossi del Belpaese. La denominazione Taurasi – e la qualità enologica espressa dai suoi produttori – è stata l’indubbia protagonista della rinascita rurale dell’Irpinia, un modello di sviluppo che ha guidato il territorio verso un risorgimento socio-economico basato sulle eccellenze agroalimentari. Il “compleanno” del Taurasi è stata celebrato ufficialmente il 25 e 26 marzo scorsi nella a città che gli ha regalato il nome, all’interno del Castello Marchionale, oggi sede dell’Enoteca regionale per i Vini dell’Irpinia.

IL GRECO DI TUFO DOCG E FEUDI


Feudi è sicuramente uno dei fari produttivi del Greco di Tufo, il bianco più importante dell’Irpinia e uno dei più rinomati d’Italia. Il vitigno venne probabilmente piantato per la prima volta intorno al VI-VII secolo a.C. dai coloni greci che trovarono sulle colline dell’Irpinia il territorio ideale per il suo sviluppo. Oggi la Docg comprende otto comuni in provincia di Avellino distribuiti intorno al comune di Tufo. Si tratta di vigneti «d’altura», ubicati su colline che vanno dai 400 e gli 800 metri di altitudine, all’interno di un ecosistema ricchissimo di acque, boschi e campi coltivati: uno straordinario anfiteatro naturale che oggi si offre a rilassanti escursioni a piedi, in e-bike o a cavallo. Dalle uve di Greco nasce un vino di grande personalità e longevità. I terreni gessosi di Tufo conferiscono al vino spiccata mineralità, freschezza e persistenza, tali da consentire al Greco di confrontarsi con i grandi vini bianchi del mondo.

Feudi di San Gregorio è il maggiore produttore italiano di Greco di Tufo, valorizza questo vitigno da oltre 30 anni e ne propone diverse interpretazioni: il Goleto, Greco di Tufo Docg Riserva che prende il nome dall’omonima abbazia del XII secolo; Cutizzi, Greco di Tufo Docg coltivato in uno dei vigneti più espressivi della denominazione, e il Greco di Tufo Docg, la versione «base» con affinamento in acciaio.

IL FIANO DI AVELLINO DOCG


Antico vitigno coltivato in Campania, il Fiano era conosciuto dai Romani con il nome di Vitis Apiana. Per estensione geografica, la denominazione Fiano di Avellino è la più ampia delle Docg irpine, ma la più piccola per superficie vitata: abbraccia ben 26 comuni della Provincia con distanze che sfiorano i 40 chilometri ma si concentra in piccole parcelle piuttosto sparpagliate. Da una parte, questo lo rendono un vino più “raro” del Greco di Tufo e del Taurasi; dall’altra, la capacità espressiva del Fiano si manifesta in un vino estremante cangiante, capace di restituire attraverso evidenti differenze le peculiarità dei suoli dove viene messo a dimora.

Come Fiano di Avellino Docg Feudi di San Gregorio vinifica il Campanaro, una Riserva che viene affinata in tonneau per circa 6 mesi; il Pietracalda, un Fiano di Avellino Docg con 4-5 mesi di affinamento sui lieviti e continui batonnages; e il Fiano di Avellino, espressione classica di questo vitigno che affina solo in acciaio.

IL TAURASI DOCG



La denominazione Taurasi è figlia dell’Aglianico, la più importante varietà a bacca rossa del Sud Italia. Le prime tracce del vitigno risalirebbero al VI-VII secolo a.C., quando venne portato in Italia dai coloni Greci. Il nome richiama direttamente l’origine: «Ellenico», poi diventato «Aglianico». Il Taurasi divenne celebre dopo la pandemia della fillossera, che distrusse quasi tutti i vigneti europei agli inizi del ‘900, preservando però questo territorio. L’esportazione del Taurasi divenne leggenda, tanto da influenzare l’economia stessa del territorio attraverso la costruzione della prima via ferrata d’Irpinia, la cosiddetta «ferrovia del vino». Oggi la zona di produzione abbraccia diciassette comuni della provincia di Avellino, un territorio collinare dalla lunga e consolidata tradizione vitivinicola. Per ottenere la denominazione «Taurasi» il vino deve essere composto per almeno l’85% da uve Aglianico e sottostare ad un affinamento di 3anni (5 se Riserva) di cui almeno uno in botti di legno.

Feudi di San Gregorio valorizza il Taurasi con particolare attenzione, preservando la denominazione anche attraverso progetti di ricerca e zonazione come il progetto Patriarchi, il vigneto prefillosserico ultracentenario ubicato proprio a Taurasi che ha permesso di conoscere e salvaguardare esemplari antichissimi di Aglianico.

I Taurasi Docg di Feudi sono il Piano di Montevergine (Taurasi Docg Riserva con 18-24 mesi di affinamento in legno) e il Taurasi Docg (Aglianico in purezza affinato per circa 18 mesi in barrique di rovere francese). Da qualche anno è uscito anche Gulielmus, Taurasi Riserva Docg, single vineyard a marchio Tenute Capaldo, per segnare il legame della famiglia col suo territorio.

Highlights

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