Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, la multiforme ricchezza dei vini piemontesi

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Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, la multiforme ricchezza dei vini piemontesi

03 Ottobre 2022

I vigneti dei Marchesi di Grésy si estendono su di un ampio arco collinare che dalle Langhe giunge fin nel Monferrato. La sede dell'azienda, immersa fra i vigneti della Martinenga, è il cuore della produzione, il luogo d'elezione di alcuni dei Barbaresco al vertice della denominazione


Per conoscere a fondo i vini delle Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy esiste un solo modo, raggiungere Barbaresco, piccolo borgo ubicato sulle colline meridionali del Piemonte, e, da lì, imboccare la strada che porta alla Martinenga, sede principale dell’azienda.

È proprio giungendo alla Martinenga che se ne comprende l'importanza. Alle spalle della cantina, un muro di vigneti disposto a 180° sull’orizzonte si erge in tutta la sua imponenza. È un emiciclo verde, ripido e compatto, solcato da esili capezzagne bianche che, dalla cima delle colline, confluiscono verso la corte della cascina settecentesca. L’enorme anfiteatro, custodito come un giardino, giunge fino ai piedi della valletta del Rio Sordo, un piccolo torrente che, al di là di una curva, si getta nel fiume Tanaro, il cui letto ampio e placido disegna un nastro argentato fra boschi di pioppi e campi arati.

La bellezza delle Langhe, in questo luogo, diventa una presenza fisica, una maestosa grandezza che – lo si capisce subito – non potrà che essere riflessa nello stile dei vini. Lo stesso toponimo del luogo – Martinenga – rimanda a un passato glorioso. Durante la loro espansione nel II secolo a.C., i Romani tentarono per decenni di conquistare l'ostile Barbarica Sylva - la foresta dei barbari - e quando finalmente ci riuscirono, costruirono al suo centro Villa Martis - il Tempio di Marte, dio della guerra . Il sacro bosco di querce qui presente cominciò a cedere lentamente il posto alla vite coltivata dai Romani, che iniziò a plasmare il paesaggio e la storia del Barbaresco proprio a partire da Villa Martis. Secondo le cronache dell’Historia Augusta, fu proprio la Villa Martis a dare i natali all’imperatore Publio Elvio Pertinace.

MARTINENGA, TUTTE LE SFUMATURE DEL BARBARESCO

La Martinenga è unicum anche dal punto di vista viticolo. Non solo è considerato uno dei vigneti simbolo della denominazione, ma è la sola Menzione Geografica del Barbaresco (MGA) ad essere un monopole, ovvero coltivata per intero dai Marchesi di Grésy, gli unici a poterne utilizzare il nome in etichetta. La perfetta esposizione a mezzogiorno, il microclima e la particolare conformazione del terreno, ricco di marne azzurre, donano ai vini qui prodotti un’armonia e un’eleganza senza pari. Eleganza che, fin dal 1978, i Marchesi hanno scelto di suddividere in parcelle qualitative più piccole, accomunate da caratteristiche pedologiche simili. La selezione è stata possibile grazie alla straordinaria capacità del vitigno nebbiolo di “leggere” con precisione il terreno in cui viene messo a dimora e ha portato alla creazione di tre etichette di Barbaresco che, pur appartenenti al medesimo vigneto, ne rappresentano una diversa sfumatura.

La prima “declinazione” della Martinenga è il Barbaresco Martinenga, senz'altro il vino più importante dell’azienda. Un’etichetta di gran razza, ricca di struttura e armonia, capace di stupire per eleganza ed equilibrio tannico. L’affinamento - prima in barrique e poi legno grande - è di circa di 24 mesi. Il Barbaresco Gaiun Martinenga, la cui prima vendemmia risale al 1982, nasce come selezione di una parte del vigneto ubicata in direzione della Menzione Asili. Affinato per circa 28 mesi in barrique, presenta uno stile fine ed elegante, che ricompone la notevole struttura e complessità in un quadro armonico, capace di abbinarsi ai grandi piatti gastronomici. Il Barbaresco Camp Gros Martinenga, infine, è la “Riserva” dei Marchesi, il loro fiore all’occhiello. Viene vinificato da una parcella del vigneto che confina con la Menzione Rabajà e dona un Barbaresco di straordinaria capacità evolutiva.


LE ALTRE TENUTE

Chi pensasse ai Marchesi di Grésy come produttori esclusivi di nebbiolo, tuttavia, dovrebbe ricredersi. Le Tenute Cisa Asinari abbracciano un arco collinare che dalle Langhe giunge fin nel cuore del Monferrato.

Monte Aribaldo, nel comune di Treiso, ad esempio, sorge a pochi passi dalla Martinenga. Qui, il Marchese Carlo di Grésy fece costruire nel 1900 Villa Giulia, una residenza di caccia in stile liberty dedicata alla sua sposa. Nei circa dieci ettari di vigneto vengono coltivate uve Dolcetto, Chardonnay e Sauvignon Blanc, che danno origine ai rispettivi vini: il Dolcetto d'Alba Monte Aribaldo; il Langhe Bianco Villa Giulia; e i Langhe Sauvignon e Chardonnay. Oggi la tenuta di Monte Aribaldo ospita l'agriturismo di charme Dai Grésy, una struttura esclusiva immersa tra le vigne: il perfetto punto di partenza per chi vuole conoscere le Langhe "attraverso gli occhi di chi ne è perdutamente innamorato".

A Cassine, nel Monferrato, la tenuta La Serra e i vicini vigneti di Monte Colombo si estendono su di una superficie di circa 13 ettari. I suoli qui si fanno più fertili, composti da argille, calcare e sali minerali. I possedimenti del Monferrato divennero proprietà di Carlo di Grésy nel 1899, giunti in dote dalla moglie Giulia Pellizzari. Da allora sono coltivati con le varietà autoctone locali, il Moscato bianco e il Barbera, che danno origine ai vini simbolo di queste terre: il Moscato d’Asti (anche in versione Passito) e la Barbera d’Asti. I terreni di Monte Colombo, in particolare, sono stati oggetto di una felice sperimentazione. Il terreno marnoso favorisce una buona fertilità e permette impianti ad elevata densità. Un’occasione che i Marchesi hanno saputo cogliere con l’impianto di uve Merlot che, vinificate in purezza, regalano un Monferrato Rosso corposo e avvolgente, dagli intensi profumi di frutta scura le delicate note speziate.

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